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Alimentazione

Alimentazione in allattamento

alimentazione allattamento

 di  Laura Napoli

L’allattamento al seno è riconosciuto come il metodo migliore per nutrire il neonato nei primi mesi di vita. Un adeguato aumento di peso durante la gravidanza e un normale peso del feto alla nascita, sono indirettamente, gli indicatori di un buon stato nutrizionale materno e possono contribuire a migliorare la fase dell’allattamento.

Lo stato nutrizionale e la dieta della madre possono influenzare la quantità e la qualità del latte materno.

L’allattamento comporta per la mamma un aumento dei fabbisogni nutrizionali (la produzione del latte è più gravoso della gravidanza in termini nutrizionali), e pertanto l’alimentazione dovrà essere adeguata alle nuove necessità per mantenere in buona salute mamma e bambino.

Anche l’aumentata richiesta di quasi tutti i micronutrienti (vitamine e sali minerali) può essere ricoperta da una dieta ricca e variata che può, con i dovuti accorgimenti, essere sufficiente da sola a far fronte a queste nuove necessità senza necessariamente bisogno di supplementazioni farmacologiche.

Il modello dietetico adatto per la nutrice è simile a quello consigliato per la gestante (vedi scheda Gravidanza), con alcune varianti riguardanti in particolare, nei confronti di una maggior richiesta di proteine, di iodio, zinco, rame, selenio, vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, oltre che di acqua.

Estremamente importante ricoprire i fabbisogni di calcio in quanto se l’apporto con la dieta non è sufficiente, l’organismo pur di mantenere costante il contenuto di calcio nel latte, utilizza i depositi della madre con conseguente riduzione della densità minerale ossea.

Tenuto conto che il latte materno è costituito per circa l’87% da acqua, per compensare le perdite è opportuno che la nutrice aumenti la normale assunzione di acqua e liquidi di circa 600-700 ml al giorno.

Raccomandazioni e Consigli

Per coprire l’aumentato fabbisogno di proteine e di calcio si consiglia – rispetto alla dieta consigliata durante la gravidanza – uno spuntino addizionale a base di latte, yogurt o formaggi.

Per la copertura dei restanti fabbisogni non devono tuttavia mancare anche frutta e verdura (in particolare quelle di colore giallo-arancio e verde scuro), per il contenuto in sali minerali e vitamine; pesce azzurro per l’apporto di acidi grassi omega 3; carne e uova, olio di oliva ((l’acido oleico è fondamentale per la maturazione del sistema nervoso del lattante) e legumi.

CONSIGLI GENERALI:

1) Bere abbondantemente (almeno 2,5 litri al giorno, che salgono a 3 litri nel periodo estivo) 2) Evitare preparazioni elaborate ricche di grassi saturi

3) Moderare il consumo di caffeina (caffè, thè e bevande a base di cola) e alcool perché passano nel latte, un eccesso di caffeina provoca nel lattante irritabilità e insonnia. Preferire, eventualmente, i prodotti decaffeinati o deteinati.

4) Evitare tassativamente i superalcolici (l’alcol etilico passa nel latte, può inibire la montata lattea e provocare nel lattante sedazione, ipoglicemia, vomito e diarrea). Il vino, anche quello a bassa gradazione alcolica, non andrebbe bevuto; nel caso limitarsi a quantità non superiori a un bicchiere, una o al massimo due volte a settimana, esclusivamente ai pasti.

La birra non ha nessun ruolo nel favorire la secrezione di latte e può passare alcool nel latte oltre a renderlo amaro e quindi sgradito al lattante.

5) Ridurre il consumo di cioccolato

6) Evitare alimenti allergizzanti (fragole, arachidi, ecc.)

7) Evitare carne e pesci crudi., formaggi fermentati, crostacei, cioccolato, cacao, fragole, pesche.

Ulteriori eliminazioni saranno concordate con il pediatra nel caso sia presente una storia di allergie significative.

False credenze

In passato si consigliava alle nutrici di evitare alimenti quali asparagi, cavoli, cipolle, aglio, peperoni, spezie per evitare di dare un sapore sgradevole al latte. In realtà, se la mamma ha assunto regolarmente questi alimenti durante la gravidanza, le sostanze aromatiche in esse contenuti sono passate nel liquido amniotico e quindi state "assaggiate" dal feto che è probabile si sia abituato al loro gusto; oggigiorno si consiglia invece alla nutrice di evitare solo quegli alimenti dai sapori forti che risultino essere una novità per il bambino oppure quelli per i quali la mamma abbia notato una relazione tra assunzione e scarso gradimento del latte daparte del neonato.

 

Dott.ssa Laura Napoli

Biologo Nutrizionista Studio

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La dieta in gravidanza

di Laura NAPOLI

 La gravidanza è un evento fisiologico importante durante il quale la salute di un individuo dipende strettamente dalla salute di un altro.

alimentazione gravidanza Credits immagine [Food photo created by onlyyouqj - www.freepik.com].

L’alimentazione materna gioca un ruolo fondamentale, una corretta alimentazione prima e durante tutto il periodo gestazionale, è essenziale per un adeguato sviluppo del feto, per un buon esito del parto, per la crescita futura del bambino nonché per la prevenzione di patologie neonatali.

Il regime alimentare della gestante deve essere modificato per rispondere alle necessità della madre e del feto.

 

L’aumento ponderale dipende dalle condizioni di peso della madre prima della gravidanza (normopeso, sottopeso o sovrapeso).

 Una dieta equilibrata assicura alla madre e al feto l'energia e i nutrienti necessari per mantenersi e crescere in buona salute.

 Durante la gravidanza non è necessario stravolgere le proprie scelte dietetiche, bisognerà invece riequilibrarle con un occhio di riguardo all'aumentato fabbisogno di energia e di alcuni nutrienti:

  1. aumenta il fabbisogno proteico (+ 15%),di alcune vitamine come acido folico (+100%) e vitamina D (+300%) e di alcuni minerali come calcio e fosforo (+50%).
  2. Elevato è anche il fabbisogno di ferro, sia per le richieste del feto, sia per l'aumento di volume del sangue materno.
  3. In caso di dieta vegana è necessario supplementare la dieta anche con amminoacidi essenziali e vitamina B12.

 Vediamo un po' nel dettaglio

VITAMINE importanti in gravidanza:

VITAMINAB12 per la formazione di globuli rossi

ACIDO FOLICO per la formazione di globuli rossi e per la prevenzione dei difetti del tubo neurale (spina bifida);lievito,verdure verdi, cereali integrali, fegato

VITAMINAB12 uova, fegato, carni, formaggi

VITAMINAAper la crescita fetale verdura e frutta di colore giallo-arancione e verde scuro, latte, burro, fegato, uova, carote, broccoli, spinaci

VITAMINAD per lo scheletro del feto e l'assorbimento del calcio uova, latte e derivati, sardine, olio di fegato di merluzzo, tonno, salmone

VITAMINAC per aumentare l'assorbimento del ferro pomodori, peperoni, insalate verdi, frutta (agrumi, fragole, kiwi, ribes)

MINERALI importanti in gravidanza:

CALCIO latte, formaggio, verdure, verdi, legumi, mandorle e noci.

FOSFORO uova, latte, formaggio, cereali integrali, carni, pesci

FERRO carni, uova, legumi, cereali integrali, verdure verdi. Il ferro che viene assorbito meglio dall'organismo è quello contenuto nelle carni.

MAGNESIO cereali integrali, verdure verdi

CONSIGLI:

  1. Evitare il consumo di grassi animali (burro, lardo...): preferire olio extravergine d'oliva o di semi di soia o di mais;
  2. Evitare il consumo di carboidrati semplici (zucchero, dolci, gelati....); preferire gli zuccheri complessi quali pasta, pane, patate, legumi, ecc,;
  3. Se ben tollerati consumare gli alimenti integrali che oltre a dare un maggior senso di sazietà, facilitano le funzioni intestinali (prevenendo quindi la stipsi), migliorano l'equilibrio glicemico, rallentano l'assorbimento di colesterolo e ne aumentano l’eliminazione;
  4. Consumo giornaliero di carne o pesce o uova o formaggi;
  5. Per contribuire alla copertura del fabbisogno di acidi grassi n-3 si consiglia la assunzione di due-tre porzioni alla settimana di sardine, alici, merluzzo, trote, crostacei, salmone. Si sconsiglia il consumo di pesci di grandi dimensioni o comunque al termine della catena alimentare (pesce spada, palombo, tonno fresco, maccarello gigante ecc) per il rischio di contaminazione da mercurio;
  6. Consumo di tutte le verdure (sia cotte che crude); variare molto il loro consumo;
  7. Per coprire il fabbisogno di calcio (1200 mg/die) tenere conto che un bicchiere piccolo di latte scremato ed un vasetto di yogurt ne apportano 150 mg ciascuno; 5 cucchiaini di parmigiano od una porzione da 25 g ne apportano 300 mg; una porzione di alici o acciughe mangiate con la lisca, 150 mg.Tra le verdure, particolarmente ricche di calcio sono i broccoletti di rape (200 mg a porzione) e la cicoria catalogna (150 mg a porzione).Anche le acque bicarbonato-calciche possono contribuire a coprire tale fabbisogno;
  8. Tra le carni preferire quelle magre tipo vitello, vitellone, manzo magro, pollo, tacchino, coniglio, cavallo, maiale magro, cucinate alla griglia o al forno o tipo scaloppine o in umido;
  9. Oltre alle carni, particolarmente ricchi in ferro (ma anche di acido folico) sono i legumi – in particolare la soia - e le uova, ma anche vegetali come la cicoria ed il finocchio.Per facilitare l’assorbimento del ferro in essi contenuto è consigliabile mangiare nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C quali peperoni, kiwi, agrumi;
  10. Preferire i pesci magri tipo sogliola, merluzzo, nasello, trota, palombo, dentice, orata, cucinati alla griglia o al cartoccio o in umido o al vapore. Evitare i pesci conservati sott'olio o in salamoia (es. tonno). Limitare il consumo di molluschi o crostacei in quanto ricchi di colesterolo e di sodio;
  11. La luteina è un pigmento antiossidante particolarmente cruciale per il corretto sviluppo della retina del feto e del neonato. Ne sono particolarmente ricchi spinaci, broccoli, cavoli e le verdure a foglia scura in genere nonché il tuorlo d’uovo;
  12. Le uova dovrebbero essere cucinate alla coque o in camicia o in frittata cotta al forno o in padelle antiaderenti (quindi senza condimenti). Concesse non più di 2 uova alla settimana. Le uova sono ricche di proteine nobili, vitamine (A, B1, B2) e di sali minerali (ferro, potassio, zolfo, magnesio);
  13. Preferire i formaggi freschi tipo mozzarella, ricotta vaccina magra, crescenza. Il formaggio è indispensabile in quanto oltre ad essere ricco di proteine nobili fornisce il calcio necessario all'organismo. È anche ricco di grassi (non bisogna quindi abusarne) e di sale (da evitare in caso di ipertensione).

N.B. SE NON IMMUNI ALLA TOXOPLASMOSI: ÈVIETATO CONSUMARE CARNI CRUDE COMPRESI ANCHE I SALUMI CRUDI (ES. PROSCIUTTO CRUDO). INOLTRE È INDISPENSABILE LAVAREACCURATAMENTE FRUTTA E VERDURE.

Dott.ssa Laura Napoli

Biologo Nutrizionista
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Probiotici

di Laura NAPOLI

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Il termine probiotico, dal grego "pro-bios", significa "a favore della vita.
I probiotici sono microrganismi vivi che, se assunti in adeguate quantità, forniscono benefici per la salute, come ad esempio un supporto per la salute gastrointestinale, migliorando la regolarità, rafforzando il sistema immunitario e aiutando a sintetizzare alcune vitamine per il nostro organismo.
Nel 2001 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito i probiotici come quelle "colture di microrganismi vivi che, quando ingerite in quantità adeguate, conferiscono benefici in termini di salute all'ospite".
Nel nostro intestino ci sono migliaia di miliardi di batteri, oltre 500 tipi diversi; Il tratto gastrointestinale da alloggio ad un complesso ecosistema batterico chiamato microflora intestinale, che può contenere sia batteri "buoni che cattivi".
Quando avviene un'alterazione della flora batterica intestinale, ad esempio a causa di stress intenso o mediante l'assunzione di antibiotici, la presenza di batteri "cattivi" può avere un impatto negativo sulla salute generale.
I probiotici sono integratori a base di batteri "fisiologici" che tengono sotto controllo i batteri "cattivi", aiutando a ripristinare il naturale equilibrio della microflora intestinale.


I probiotici, per essere definiti tali devono avere delle specifiche caratteristiche:
1) Deve essere normalmente presente nella nostra flora intestinale;
2) Deve resistere all'azione dei succhi e degli enzimi gastrici;

Leggi tutto: Probiotici

Alimentazione e gastrite

 di Laura NAPOLI

 La dieta per la gastrite si basa innanzitutto sull'osservanza di alcune norme comportamentali molto semplici come:

1) Mangiare lentamente.

Una corretta masticazione rende più agevole la digestione e riduce i tempi di permanenza gastrica del cibo.

Per questo motivo è importante evitare di abbuffarsi e fare molta attenzione con quei cibi di difficile masticazione (soprattutto quando la dentatura non lo consente).

Oltre a masticare lentamente è importante farlo in un'atmosfera rilassante rimanendo seduti per qualche decina di minuti al termine del pasto. Si sconsiglia invece di mangiare nei momenti in cui si è particolarmente nervosi o stanchi.

2) Evitare pasti abbondantiIn presenza di gastrite è molto importante ripartire correttamente i pasti nell'arco della giornata. Bisogna innanzitutto sforzarsi di mangiare ad orari regolari senza mai saltare un pasto o ritardarlo eccessivamente.

 Per non affaticare troppo lo stomaco.

Uno spuntino a metà mattina e uno nel pomeriggio contribuiscono a tamponare l'acidità di stomaco evitando che questa salga troppo a causa del digiuno prolungato.

3) Se i sintomi della gastrite sono particolarmente intensi e sfociano in vomito e/o diarrea è importanteprevenire la disidratazione aumentando il consumo di liquidi. La saliva ed i liquidi proteggono le muscose esofagee dai succhi gastrici

4) Il latte, essendo un cibo alcalino, ha un immediato effetto positivo in quanto la sua basicità va a contrastare (tamponare) l'acidità del contenuto gastrico. Il latte, soprattutto quello intero, è però ricco anche di grassi e proteine che aumentano l'acidità gastrica e rallentano lo svuotamento dello stomaco.

Il latte ha quindi un effetto benefico nell'immediato ma, soprattutto se si esagera con le quantità, dopo il sollievo iniziale può causare una veloce ricomparsa dei sintomi.

5) Quando la fase acuta della gastrite è passata fate delle prove, ingerendo piccole quantità di determinati alimenti. Esiste infatti una certa variabilità individuale a causa della quale alcuni cibi controindicati per qualcuno potrebbero essere ben tollerati da altri.

ALIMENTI SCONSIGLIATI:

1) Pasti abbondanti ricchi di grassi; andrà quindi limitato il consumo di carni e pesci grassi o conservati (sotto sale, sott'olio, affumicati ecc.), molluschi e crostacei, formaggi grassi (specie quelli fermentati come gorgonzola e pecorino), condimenti ed intingoli vari.

2) Alimenti poco cotti

3) Bevande alcoliche (specie i superalcolici), The, caffè, bibite gassate.

4) Alimenti freddi (bevande ghiacciate, gelati, granite) specialmente a stomaco vuoto

5) Frutta acidula (limoni, mandarini, arance, cedro, ananas, ribes, melograno) e frutta secca (troppo ricca di grassi e proteine). Succhi di frutta acidi (pompelmo, ananas, agrumi in genere)

6) Aceto, aceto balsamico, spezie (pepe, aglio e peperoncino soprattutto) e cibi piccanti.

7) Verdura cruda (a seconda della sensibilità individuale), pomodori crudi, peperoni. La verdura con molte fibre può essere ingerita solo se cotta (la cottura al vapore è ideale) così da rendere più digeribili le fibre.

ALIMENTI CONSIGLIATI:

1) Latte (con moderazione preferendo quello p. scremato), yogurt.

2) Alimenti leggeri a basso contenuto lipidico (carni bianche, pesce magro, formaggi magri non fermentati) preparati con metodi di cottura leggeri (vapore, bollitura, saltatura con olio extravergine di oliva o cottura alla griglia facendo ben attenzione a non bruciare parti dell'alimento). Cercare comunque di non consumare nello stesso piatto proteine di diversa provenienza come uova e legumi o carne e formaggi.

3) Frutta non acida (mele, banane, ecc)

4) Verdure e ortaggi cotti. Per poter mangiare anche la verdura ricca in fibra si consiglia di passarla.

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I CEREALI INTEGRALI: QUALI SONO E PERCHE’ SONO IMPORTANTI

di Laura NAPOLI

CerealiI cereali sono i chicchi che si trovano nella spiga di varie piante, che si possono consumare appunto in chicco (come il riso, l'orzo, il farro, ecc.) oppure in farina (per fare il pane, la polenta, la pasta, ecc.).

I cereali integrali, a differenza di quelli raffinati, mantengono il chicco completo: lo strato di crusca e il germe (che contengono fibre, vitamine e minerali), e l'endosperma, ricco in amido e roteine.

I cereali raffinati, infatti, perdono gran parte delle sostanze benefiche (fibre, vitamine, minerali) durante il processo di macinazione e raffinazione, oltre ad essere disidratati e addizionati con sale, zuccheri e grassi.


Tra i cereali integrali, nel mercato, troviamo:

1) le farine integrali (avena, frumento, mais e segale)

2) i cereali integrali in chicco (amaranto, avena, farro, frumento, grano saraceno, mais, miglio decorticato, orzo mondo, quinoa, riso selvatico, integrale e semintegrale, segale). Alcuni possono essere solo parzialmente raffinati (semi-integrali), quindi privati soltanto di una partedella crusca.

3) il bulgur (di frumento e di farro)

4) vari prodotti da forno (cracker, grissini, ecc)e da colazione

5) pane e pasta integrali (di frumento o di altri tipi di cereali)

I cereali raffinati invece sono le farine bianche, pane e pasta bianchi, latte vegetale di riso e avena e i cereali in chicco non integrali come il riso brillato o l’orzo perlato.

Le proprietà nutrizionali dei cereali integrali sono numerose: sono ricchi di carboidrati complessi, fibre, proteine, fibre solubili ed insolubili, vitamine del gruppo B (tiamina, riboflavina, niacina, piridossina e acido folico), vitamina E, minerali (ferro, zinco, magnesio e selenio).

I carboidrati contenuti nei cereali sono carboidrati complessi, soprattutto amido.

La presenza di fibre li rende un carburante eccellente, perché vengono assorbiti più lentamente dall’intestino mantenendo, così, stabili per molto tempo i livelli di glicemia.

Le proteine presenti sono di buona qualità, pur non avendo elevate dosi di lisina ma con l’associazione di altri cibi vegetali, viene facilmente compensata questa mancanza.

Le fibre contribuiscono ad abbassare i livelli di colesterolo e il rischio di malattie vascolari; inoltre contribuiscono al naturale transito intestinale prevenendo così la stipsi e la iverticoli.

I cereali integrali, e tutti i prodotti che contengono fibre, hanno una ridotta densità calorica, che si riduce ulteriormente con la cottura, permettendo così di raggiungere più velocemente il senso di sazietà e di mantenerlo più a lungo.

Tra le vitamine del gruppo B contenute nei cereali integrali, ricordiamo in particolare l’acido folico, importante nella produzione di globuli rossi e nel prevenire (nelle donne in gravidanza) lo sviluppo della spina bifida e altri difetti del tubo neurale nel feto.

La vitamine E, invece, ha un forte potere antiossidante.

VANTAGGI NELLA SALUTE:

Il consumo regolare di cereali integrali, nel contesto di una dieta equilibrata è in grado di:

1) ridurre il rischio di malattie coronariche

2) ridurre il rischio di alcuni tipi di tumore, in particolare del colon-retto

3) aiuta a mantenere la funzionalità intestinale

4) aiuta a tenere sotto controllo il peso corporeo

5) aiuta a prevenire il diabete melato di tipo 2

6) aiuta a mantenere buoni i livelli di glucosio e di lipidi ematici in paziente affetti da diabete melato di tipo 1 e 2.

Cerchiamo quindi di sostituire il più possibile dalla nostra alimentazione i cereali raffinati con quelli integrali….la salute al primo posto.

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La soia…proprietà e benefici

LA SOIA

latte soia 0La soia è una pianta erbacea annuale delle Papilionacee, proveniente dalla Cina e dal Giappone, molto diffusa e coltivata per il foraggio e per l'estrazione dell'olio; è formata da foglie trifogliate, grappoli di fiori violetti o bianchi e baccelli con semi oleosi. Ha un elevato contenuto proteico (oltre il 35% contro il 20-25% delle altre leguminose) e lipidico (il 18%) ed è facilmente adattabile a ogni tipo di suolo; ciò la rende interessante da un punto di vista scientifico.

Le varietà - Vi sono due varietà di soia: la soia gialla (la più commercializzata) e la soia nera (che invece viene consumata soprattutto sul luogo di produzione). Altri semi vengono chiamati "soia"  ma appartengono in realtà alla famiglia dei fagioli: la soia rossa, detta azuki e la soia verde, detta fagiolo mung.

I principali produttori mondiali sono gli Stati Uniti, la Cina, l'India, l'Argentina e l'Italia.

Giudizio alimentare - Rispetto ai legumi nostrani, presenta una ripartizione tra macronutrienti diversa, fino al 35% di proteine e al 18% di grassi, contro, rispettivamente, il 20% (proteine) e il 2% (grassi) di fagioli, ceci e lenticchie. Inoltre, accanto all'apporto nutrizionale di alto valore, la soia contiene anche gli isoflavonoidi ai quali è riconosciuta un'azione pocolesterolizzante e di supporto alla produzione ormonale femminile. Grazie all'apporto notevole di lipidi, la soia produce derivati non solo proteici, ma anche con notevole componente di grassi, venendo a sostituire alimenti come il formaggio o l'olio.

Inoltre la presenza di fitoestrogeni (estrogeni di origine vegetale) agisce come sostituto degli estrogeni naturali in situazioni di carenza, come la menopausa, contrastando l'insorgere dell'osteoporosi, la cui causa principale è appunto la riduzione della produzione degli estrogeni da parte del corpo femminile. Secondo uno studio dell'Università di Bologna, 60 grammi di proteine di soia sono la dose giornaliera necessaria per contrastare i sintomi più fastidiosi della menopausa, causati appunto dalla caduta di produzione di ormoni sessuali femminili.

L'integrazione di fitoestrogeni diminuisce anche la probabilità di cancro al seno, la cui frequenza nelle donne asiatiche è decisamente inferiore a quella delle donne europee. La soia è però un limento interessante anche per l'uomo, in quanto alcuni studi hanno documentato una connessione tra una dieta ricca di proteine di origine vegetale derivante dalla soia e un basso rischio di contrarre il cancro al colon e alla prostata, due delle cause più diffuse di mortalità tra gli uomini.

Come alimento è inoltre importante per gli effetti benefici nella riduzione del colesterolo, nonché come fonte di proteine nell'alimentazione vegetariana.

Sicuramente la soia è un ottimo alimento, ma non può essere usato come sostituto universale al posto del latte (latte di soia) o della carne (hamburger vegetali). Non è sovrapponibile perfettamente con i corrispondenti alimenti animali e un eccessivo consumo di soia rende difficoltoso l'assorbimento di micronutrienti come lo zinco. Inoltre è del tutto ingiustificata la sostituzione dell'olio d'oliva con quello di soia. La posizione più ragionevole consiste nel considerare la soia un valido alimento alternativo a quelli di origine animale, facendoli convivere tutti nella propria dieta.

Alimentazione - La soia può arrivare sulle nostre tavole sotto diverse forme:

La farina di soia è simile alla farina estratta dai cereali, con la differenza che si utilizza come fonte il seme della soia. Si può

usare come le normali farine in cucina per la preparazione di pasta, biscotti, dolci e pane. A differenza delle farine da cereali, non contiene glutine quindi può essere una valida alternativa per i

celiaci. L'unica avvertenza durante la preparazione delle ricette consiste nell'abbassare la temperatura di cottura (rispetto a quanto si farebbe con l'impiego di farine di cereali) in quanto la farina di soia tende maggiormente a imbrunire.

La carne di soia è l'ultimo metodo di trasformazione di questo legume in ordine di tempo; la farina viene lavorata e resa simile alla carne.

I germogli (di sapore vagamente simile al burro) si ricavano dalla pianta appena nata e sono consumati come verdure.

Il latte di soia è forse il derivato più comune e facilmente reperibile, anche se è quello che contiene una percentuale di proteine minore. Si ottiene dalla macerazione dei semi di soia in acqua.

Usato come sostituto del latte vaccino, tuttavia, a differenza di quest'ultimo, non contiene vitamina D e calcio; per questo motivo in commercio sono in vendita versioni di latte di soia "integrate"

con i minerali e vitamine aggiunte. In compenso il latte di soia è privo di lattosio, lo zucchero tipico del latte di origine animale e, come tale, può essere adatto per chi presenta intolleranza a questo componente. Come tutti i derivati della soia è privo di colesterolo ed è ricco di acidi grassi polinsaturi. Può provocare allergie a causa del contenuto in nichel.

Il miso è particolarmente diffuso in Giappone. Salsa vegetale, costituita da miscele fermentate di semi di soia, acqua, sale e riso.

Si usa generalmente come insaporitore di minestre e a volte viene venduta in versione aromatizzata.

Il natto, simile al miso, ma dal gusto più deciso, è scarsamente conosciuto in Italia.

L'olio di soia reperibile sul mercato è quello lavorato a caldo e trattato chimicamente; non ha particolari qualità.

Pane, pasta e fiocchi, che vengono ottenuti miscelando farina di soia e farina di frumento.

Le noccioline di soia sono costituite dai semi di soia fatti saltare nell'olio o tostati; sono usate per condire piatti o insaporire yogurt o primi.

La salsa di soia viene prodotta mediante la fermentazione della soia e del frumento, dell'orzo e del riso, cotti in precedenza in acqua e con aggiunta di sale.

Il tamari è una salsa di soia giapponese (anche se sembra che lemodalità tecniche di produzione siano state introdotte nel paese del Sol Levante dalla vicina Cina circa 2.500 anni fa).

Il tao-you è un'altra salsa, ricavata però dalla soia nera.

Il tempeh è un alimento molto diffuso in Indonesia, a base di soia bollita e fermentata. Dai semi di soia fermentati si ottiene un composto pastoso usato per insaporire la pasta o il riso, come una specie di sugo, oppure in panini o insalate o per insaporire le grigliate.

Il tofu (formaggio di soia) si ottiene dalla coagulazione del latte di soia effettuata con composti del sodio (cloruro o solfato). Esistono molte versioni di tofu e non tutte gualmente appetibili per il gusto italiano. Cremoso e denso, ha l'aspetto simile al tomino o alla mozzarella. Essendo un derivato del latte di soia, ne presenta tutti i lati positivi (assenza di colesterolo e grassi saturi) e i lati negativi (scarso apporto di sali minerali). Può essere un parziale sostituto di uova o carne.

Lo yogurt si ricava dal latte di soia.

Dott.ssa Napoli Laura

Biologo nutrizionista

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